TERZO PAESAGGIO

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Cos’è il terzo paesaggio? Tutti i luoghi abbandonati dall’uomo ma non solo: questo concetto che sta ispirando generazioni di paesaggisti è stato coniato da Gilles Clément, paesaggista, ingegnere, agronomo, botanico ed entomologo francese. Come Terzo paesaggio possono definirsi tutte quelle aree residuali e abbandonate dall’uomo come i margini di un bosco, i bordi di strade e fiumi, gli angoli di un campo coltivato, ma anche le erbacce di un’aiuola spartitraffico o una torbiera.

Pezzi di paesaggio grandi o piccoli ma con una cosa in comune: sono tutte riserve di biodiversità. Un territorio che si distingue sia dal paesaggio artificiale gestito dall’uomo (giardini, parchi, aree coltivate) che dalla foresta vergine in perfetto equilibirio biologico.

Interpretare il paesaggio con questa ottica è anche un gesto politico: capire l’ambiente in cui si vive, permette di sapere come agire, come fare dei buoni gesti, come consentire l’emergere di un futuro felice.

Il terzo paesaggio è il territorio della diversità, dell’evoluzione, dell’invenzione, della libertà, dell’inconscio, della coscienza collettiva. Uno spazio che non esprime né il potere né la sottomissione al potere.

Per approfondimenti: Gilles Clément, Manifesto del terzo paesaggio

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